complesso di sant'agostino
montalcino (si)2015
Quando si recupera un complesso come quello di Sant’Agostino non si recuperano solo i suoi muri, ma la cultura che al suo interno pulsava. Una cultura urbana basata sull’interscambio tra quello che si produceva dentro e fuori. La rinascita, oltre a valorizzare il patrimonio artistico ospitato, deve poter costruire e coltivare relazioni.
- © mauro davoli
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© mauro davoli
Attività diverse che si intrecciano tra loro. Attività museali con altre attività complementari (restauro, conservazione, progettazioni di nuovi luoghi e nuovi arredi urbani...) che devono diventare attività normali della città e assolutamente partecipate.
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© mauro davoli
Perché il progetto sia un evento di architettura, il recupero deve essere funzionale al riuso mediante un programma di funzioni urbane necessarie e attese, per mettere l'edificio nella condizione di svolgere il suo nuovo ruolo senza perderne l'identità. Il metodo deve essere quello della stratificazione "astilistica", in equilibrio tra tradizione e innovazione, tra passato e futuro.
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© mauro davoli
Il complesso ospita: il museo archeologico etrusco, il museo diocesano della provincia di Siena, il laboratorio di restauro degli affreschi della Chiesa di S. Agostino, la sede del Consorzio del Brunello, una scuola residenziale di architettura (Officina Creativa dell’Abitare) con la funzione di incubatore culturale per seminari didattici internazionali su temi diversi.